Tante possibili novità e aria di cambiamento che non accenna a placarsi in casa Knicks.
Dopo l'arrivo, con la chiamata numero 6, del nostro Danilo Gallinari il front office newyorkese sta cercando di rimodellare il roster rovinoso che ha prodotto l'ultima, inquietante, annata.
Il presidente Donnie Walsh pare avere chiaro come obbiettivo quello di ridurre l'oneroso, e dannoso, salary cap per arrivare pronto alla corsa che porta a Wade e, soprattutto, a LeBron James nel 2010.
Molte le questione che l'ex plenipotenziario dei Pacers dovrà risolvere, primo fra tutti il rebus Marbury.
L'ex Coney Island Finest dopo le parole al miele con la nuova dirigenza, torna ad essere ampiamente sul mercato.
Il problema è che gli acquirenti non sembrano bussare con insistenza, l'unica appetibilità è rappresentata dal sontuoso ultimo anno di contratto che potrebbe attirare qualche franchigia in via di ricostruzione per il 2009.
Ovviamente conteranno, e molto, le idee tecniche di D'Antoni su come costruire il gioco dei Knicks, privi di identità e inguardabili soprattutto in fase difensiva.
Il tentativo di spedire il più lontano possibile Zach Randolph è fallito miseramente, Curry da uomo mercato solo due stagioni orsono è finito nella lista dei NO GRAZIE di molti GM della lega.
La voragine nel capitolo point guard, con la assai probabile partenza di Starbury, resta apertissima, e la “cura” che viene ventilata dalla stampa della Mela come probabile è, a nostro avviso, peggiore della malattia.
L'unico pezzo pregiato in uscita per i Knicks resta infatti David Lee che, con il Gallo e Crawford, può essere invece uno dei pochi tasselli da cui ripartire dopo le ultime 7 stagioni, sempre più simili alle bibliche piaghe d'egiziana memoria.
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Il "Gallo" dovrà smentire i detrattori |
Per Lee si sarebbero fatti avanti con insistenza i Bobcats, per organizzare una trade che porti al Garden Raymond Felton, ed i Blazers che mettono sul piatto Steve Blake.
Certamente non dei crack che possono rivoltare le prospettive di New York, ma anche i nomi di Jason Williams (già pronto per il capolinea), il turbolento e lunatico Carlos Arroyo ed il cuginetto di Marbury Sebastian Telfair, non suscitano grandi emozioni.
Più praticabile potrebbe essere l'arrivo dell'ex milanese Beno Udrih, play affidabile e solido che per una fase di delicata transizione può garantire difesa e sostanza in un momento comunque complesso come quello che stanno affrontando i Knicks.
La fiducia, come testimoniano gli ingenui, e poco gradevoli, fischi durante il draft testimoniano le difficoltà in cui il trio D'Antoni-Walsh-Gallinari dovrà muoversi.
Il fiuto, la praticità e la grande conoscenza del gioco del “Baffo”, il buon senso di Walsh ed il talento luminoso del figlio del “mitico” Vittorio speriamo potranno far ricredere presto gli scettici ed i critici della prima ora.
Marco Taminelli
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