NBA DRAFT 2008 - Primo giro:
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Derrick Rose: pronto ad essere il leader dei Bulls |
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Michael Beasley: Miami non poteva rinunciare... |
3. OJ Mayo (Memphis da Minnesota). Il soggiorno della guardia di USC a Minnesota potrebbe essere breve. Si parla infatti di uno scambio che lo porterebbe (insieme a Marko Jaric, Greg Buckner e Antoine Walker) a Memphis in cambio di Mike Miller, la scelta numero 5 (Kevin Love), Brian Cardinal e Jason Collins. Peraltro Mayo a Memphis ricopre subito la sua posizione ideale di guardia tiratrice, formando una coppia di talento eccezionale con Rudy Gay sotto la regia di Mike Conley, atteso ad una stagione differente rispetto all'anno scorso. Ottimo atleta, difensore fisico ed efficace, OJ inoltre sta cercando di ripulire la sua immagine dopo le grane collegiali legate alla presunta gomitata ad Hackett e all'accettazione di aiuti finanziari illegali: durante il draft ha fatto sfoggio di un completo elegante con occhialini da intellettuale, parlando di grande impegno e dedizione. Da seguire.
4. Russell Westbrook (Seattle). Impegnati a scendere qualche posizione per questioni salariali, i Sonics alla fine si sono tenuti la scelta numero 4, impegnandosi con Westbrook: playmaker difensivo, l'ex UCLA è sicuramente da raffinare come conduttore del gioco, ma è dotato di atletismo e rapidità e può giocare da guardia. Le doti sono importanti e ne hanno fatto innamorare il gm ex Spurs Sam Presti, ma c'è da lavorare.
5. Kevin Love (Minesota da Memphis). Al momento della scelta da parte dei Grizzlies, un'aggiunta potenzialmente efficace, che avrebbe posto al fianco di Milicic un lungo un po' sottodimensionato ma intelligente, fisico, ottimo passatore con grande visione di gioco e mani morbide anche per concludere dalla distanza. La notizia dello scambio con OJ Mayo ha spiazzato un po' tutti, ma era noto che Kevin McHale volesse portarsi a casa l'ex UCLA, magari utilizzando l'appeal della scelta numero 3 per portare a casa qualcosa di più sostanzioso. Detto, fatto.
6. Danilo Gallinari (New York). I fischi del Madison Square Garden di certo non lo hanno scosso. Gallinari non stimola grandi fantasie per il pubblico di New York, ma è un giocatore versatile, ottimo per il gioco veloce, intuitivo e intelligente di D'Antoni e con interessanti margini di miglioramento. Avrà certamente spazio da subito, forse all'inizio non in quintetto ma certamente saprà dare immediatamente il suo contributo.
7. Eric Gordon. Grandissimo tiratore da Indiana University, Gordon non ha però abbastanza centimetri per essere una guardia a cuor leggero e manca di trattamento di palla e istinti da playmaker. Ma di certo è un giocatore che dà attacco istantaneo, molto compatto e forte fisicamente, senza paura dei contatti. Può ricordare un altro Gordon, il Ben dei Bulls. Ai Clippers serve anche per il dopo Mobley, in attesa delle decisioni su Brand, Livingston e Maggette.
8. Joe Alexander (Milwaukee) Ala piccola atletica che cozza un po' con l'arrivo di Richard Jefferson alla corte del nuovo coach Scott Skiles. Ma Alexander ha fatto una grande stagione a West Virginia, è tipo tosto, fisico, ben disposto a migliorare e aiutare la squadra fin dal primo momento. Obiettivo dei Bucks datato, può giocare qualche minuto anche da ala grande.
9. DJ Augustin. Tutti si aspettavano i centimetri e la tecnica di Brooke Lopez, invece Larry Brown e soci sorprendono tutti mettendo alle spalle di Felton un play coordinato, buon tiratore, leader a Texas dopo la partenza di Durant, sicuramente un addizione interessante.
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Brook Lopez: deluso della sua posizione... |
11. Jarryd Baylees (Portland da Indiana). La sua faccia dopo la scelta da parte di Indiana che ha preso TJ Ford e ha ancora in ballo la questione Tinsley, e pure Travis Diener…) non era delle migliori, ma poi l'umore è migliorato quando è stato spedito a Portland con Ike Diogu per Jarrett Jack e Brandon Rush (scelta numero 13). Ai Blazers completa un reparto piccoli molto interessante, dando esplosività e primo passo letale ad una squadra dove non servono le sue grezze qualità di distributore ma un cambio di ritmo accanto al vero dominatore del pallone, Brandon Roy.
12. Jason Thompson (Sacramento). Sacramento cercava un playmaker, ma i più interessanti non sono arrivati alla scelta numero 12. Quindi ha virato su Thompson, una macchina da statistiche a Rider (24 doppie-doppie a oltre 20 punti e 12 rimbalzi di media), un fisico scolpito e mobile, pronto a correre e stoppare, attivissimo nei pressi del canestro. Non un giocatore dal talento sopraffino, ma lavoratore indefesso che dà tono muscolare al reparto lunghi dei Kings.
13. Brandon Rush (Indiana da Portland). Lo scambio in sede di draft che ha coinvolto Baylees riunisce i fratelli Rush ai Pacers, che lotteranno probabilmente per lo stesso posto (guardia tiratrice), pur se Brandon qualche puntata in ala piccola potrebbe farla: tecnico, fisico da NBA, discreto difensore, tiratore affidabile, Rush è il tipico giocatore con un livello di talento non altissimo ma che regala qualità ed affidabilità.
14. Anthony Randolph (Golden State). Uno dei talenti più grezzi ed incerti del draft. Randolph ha doti fisiche eccellenti, un'apertura di braccia interessante, raggio di tiro limitato ma ottima presenza atletica. In una Conference di buona qualità come l'SEC ha avuto quasi 16 punti e 8 rimbalzi di media con LSU. E' ancora molto indietro fisicamente, deve aggiungere peso e probabilmente finirà nel vortice mangia-rookies di Don Nelson. Ma è certamente un corpo e un talento su cui lavorare.
15. Robin Lopez (Phoenix). Il neo coach Terry Porter lo ha voluto per la quantità di cattiveria, agonismo, difesa e mobilità che porta alla partita. Non ha un decimo delle soluzioni offensive del fratello, è meccanico e a parte il senso della posizione in attacco non è un granché. Ma avrà in Shaquille O'Neal un compagno che può insegnargli qualcosa e in Porter un allenatore che apprezza i giocatori dall'atteggiamento mentale forte ed entusiasta.
16. Mareese Speights (Philadelphia). Alla disperata ricerca di peso e talento in posizione di ala grande, i 76ers si sono buttati su un progetto non a breve termine ma potenzialmente incisivo come Mareese Speights, reduce da una buonissima stagione nella Florida abbandonata dai protagonisti del doppio titolo NCAA del 2006 e 2007. Pesante, dotato di discreto atletismo, buona mano intorno al ferro (63% al tiro l'anno scorso nella sua stagione da sophomore al college), più che discreta agilità: un'ala offensiva che non disdegna la stoppata e può avere una carriera NBA notevole.
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Roy Hibbert: sottovalutato o sopravvalutato? |
18. JaVale McGee (Washington). Buonissimo settepiedi da Nevada, braccia lunghissime, gioco in post in interessante divenire, sa tirare frontalmente ed è un ottimo stoppatore. Deve metter su un po' di chili, ma è già paragonato a Channyng Frye. Washington lo metterà alle spalle di Haywood e degli altri lunghi sperando da lui un celere contributo già da subito.
19. J.J. Hickson (Cleveland). Con Anderson Varejao in procinto di partire (direzione Milwaukee?), i Cavs scelgono un'ala grande giovane, di potenziale non infinito ma interessante, leggermente piccolo (2.04) ma atletico e ottimo a finalizzare sotto canestro. La buona annata a North Carolina State (14.9 putni e quasi 9 rimbalzi di media) lo ha convinto a fare il grande passo.
20. Alexis Ajinca (Charlotte da Denver). La gentile concessione dei Nuggets della 20esima scelta spinge i Bobcats a buttarsi su un progetto accattivante ma assolutamente non ancora pronto per la NBA. Mancano esperienza e consapevolezza, ma ha un buon tocco al tiro da distanza notevole per un lungo di 2.13 ed ha braccia lunghe e snodabile che o rendono un eccellente stoppatore in divenire.
21. Ryan Anderson (New Jersey). Con la seconda scelta al primo giro (cortesia di dallas nell'affare Kidd), i Nets prendono un'ala grande, da California, dotata di talento offensivo vario ed interessante, ma poco atletica, con una velocità di piedi sospetta e sicuramente poco esperta.
22. Courtney Lee (Orlando). Guardia interessante, esperta, agonista:ha completato il quadriennio a Western Kentucky in una squadra che nell'ultimo Torneo NCAA è stat eliminata da UCLA con una prestazione da 18 punti, 8 rimbalzi e 4 palle rubate da parte di Lee. Per Orlando un addizione di qualità al settore guardie, reparto che nonostante le voci di diniego sembrerebbe in procinto di perdere JJ Redick..
23. Kosta Koufos (Utah). Il greco da Ohio State era dato come materiale da lotteria alla vigilia del draft, ma è scivolato ala corte di Jerry Sloan, desideroso di intimidazione ma comunque felice di accogliere un giocatore più tecnico che fisico, consapevole, buon tiratore frontale, più che discreto passatore e bravo a giocare in post alto. Candidato sin da subito a fare la riserva di Okur, in questo senso se la gioca con Krily Fesenko.
24. Serge Ibaka (Seattle). Oggetto misterioso del draft, classico atleta spaventoso originario del Congo tutto da rifinire e costruire ad alto livello. Un progetto che Seattle intende sviluppare.
25. Nicolas Batum (Portland da Houston). La questione legata al cuore (il padre morì in campo per un problema cardiaco) e la leggerezza fisica del giocatore (faccia da bambino e corpo tutto da costruire a livello NBA) lo hanno fatto precipitare alla numero 25, che Houston ha girato a Portland. I Blazers si sono comunque assicurati una guardia-ala dal futuro elettrizzante, un difensore potenzialmente strepitoso grazie all'apertura alare e la velocità dei piedi, un tiratore discontinuo ma difficile da arginare con un rilascio altissimo che deve però acquisire rapidità.
26. George Hill (San Antonio) Sconosciuto alla maggior arte degli appassionati (proveniente dalla non famosa IUPUI), Hill è però una guardia di talento, con un tiro rapido e ottima velocità in campo aperto. Assolutamente non chiaro cosa gli Spurs potranno fare della loro scelta.
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Darrell Arthur, precipitato alla 27... |
28. Donte Greene (Houston da Memphis). Precipitato molto in basso questo giocatore da Syracuse, ala dall'atletismo infinito e dal tiro rifinito, che pecca nelle scelte di tiro e di soluzioni, ma che rappresenta un buon investimento da parte dei Rockets.
29. D.J. White (Seattle da Detroit). Sembrava potesse essere la riedizione della chiamata di Jason Maxiell da parte di Detroit, ma poi l'ala-centro da Indiana – che fa dell'aggressività e della difesa le sue armi principali – è stata ceduta a Seattle, felice di riempire un buco in frontline che l'aveva quasi spinta ad assicurarsi Brook Lopez con la scelta numero 4.
30. J.R. Giddens (Boston). Strana storia di questo esterno di super talento, ex stella a Kansas prima di litigare con tutti e svernare a New Mexico. Il ruolo è tutto da scoprire, ma Giddens ha punti nelle mani, ottimo tiro dalla media e grandiosa capacità di usare il corpo.
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