TORONTO (Canada), 21 luglio 2008 - Lo chiamano "Aussie Shaq". Inutile spiegare il perché: il fisico, imponente, parla da solo. In Australia, in effetti, aveva medie come il vero O'Neal. Ora, però, Nathan Jawai dovrà dimostrare le sue qualità nel campionato più difficile del mondo, oltre che il più affascinante: l'Nba. Scelto nel draft di quest'anno al numero 41 da Indiana, è finito subito nell'che ha portato ai Pacers Tj Ford, e ai Toronto Raptors Jermaine O'Neal. Quindi ora il futuro di Jawai sarà canadese. Visto anche il contratto di due anni che i Raptors gli hanno fatto firmare. Non sarà quindi una comparsa, Nathan. Anzi, è diventato il primo giocatore aborigeno nella storia della Nba. Un fatto storico che merita approfondimento. Abbiamo raggiunto quindi Jawai alla Summer League di Las Vegas, dove appunto si sta mettendo in luce con Toronto, per chiedergli un parere su questa nuova avventura.
Allora, come ti senti ad essere il primo aborigeno nella Nba?
"E' un onore. Significa molto per me, per la mia famiglia e per la mia comunità. Spero di essere un esempio per tutti quelli che, in Australia, pensano che sia impossibile riuscire a coronare i propri sogni. Se penso a dove sono cresciuto e a dove sono adesso, faccio fatica a crederci".
"E' un onore. Significa molto per me, per la mia famiglia e per la mia comunità. Spero di essere un esempio per tutti quelli che, in Australia, pensano che sia impossibile riuscire a coronare i propri sogni. Se penso a dove sono cresciuto e a dove sono adesso, faccio fatica a crederci".
Il primo impatto con Toronto com'è stato?
"Sono qui solo da dieci giorni, ma fino adesso la adoro. E' grande, pulita, moderna. E tutti sembrano molto socievoli. Anche l'organizzazione dei Raptors, con me è stata gentilissima".
"Sono qui solo da dieci giorni, ma fino adesso la adoro. E' grande, pulita, moderna. E tutti sembrano molto socievoli. Anche l'organizzazione dei Raptors, con me è stata gentilissima".
Sarai un rookie: come affronterai questa tua prima stagione?
"Considerando la concorrenza credo che all'inizio giocherò molto poco. Ma state certi che lavorerò sodo per lasciare un'ottima impressione al training camp. Poi vedremo come andrà a finire".
"Considerando la concorrenza credo che all'inizio giocherò molto poco. Ma state certi che lavorerò sodo per lasciare un'ottima impressione al training camp. Poi vedremo come andrà a finire".
Hai già parlato con Sam Mitchell (l'allenatore di Toronto, ndr)?
"Sì, anche se non tantissimo. E' uno che chiede sempre il meglio dai suoi uomini. Proprio il tipo di allenatore che rispetto di più".
"Sì, anche se non tantissimo. E' uno che chiede sempre il meglio dai suoi uomini. Proprio il tipo di allenatore che rispetto di più".
Spiegaci che tipo di atleta sei.
"Le basi del mio gioco sono costruite sfruttando, ovviamente, il mio peso e la mia altezza. In compenso sono anche molto rapido. Non vedo in giro molti centri della mia stazza più veloci. Certo, devo migliorare molto da un punto di vista tecnico. Ma se mi dovessi descrivere con una sola parola non avrei dubbi: potente".
"Le basi del mio gioco sono costruite sfruttando, ovviamente, il mio peso e la mia altezza. In compenso sono anche molto rapido. Non vedo in giro molti centri della mia stazza più veloci. Certo, devo migliorare molto da un punto di vista tecnico. Ma se mi dovessi descrivere con una sola parola non avrei dubbi: potente".
C'è qualcuno con cui non vedi l'ora di giocare?
"Sono cresciuto guardando Jermaine O'Neal e Chris Bosh, che saranno miei compagni di squadra. Questo mi gasa da matti. Spero di imparare molto da loro, standogli accanto negli allenamenti".
"Sono cresciuto guardando Jermaine O'Neal e Chris Bosh, che saranno miei compagni di squadra. Questo mi gasa da matti. Spero di imparare molto da loro, standogli accanto negli allenamenti".
Tra i tuoi compagni di squadra ci sarà anche Andrea Bargnani. Lo conosci? Cosa ne pensi di lui?
"Andrea è uno dei più grandi talenti al mondo. Possiamo benissimo giocare insieme, visto che sul parquet ci integriamo alla perfezione. Lui è più perimetrale, io sto sotto canestro: sarà difficile per gli avversari contenerci. Faremo sì che l'Italia e l'Australia siano orgogliosi di noi due".
"Andrea è uno dei più grandi talenti al mondo. Possiamo benissimo giocare insieme, visto che sul parquet ci integriamo alla perfezione. Lui è più perimetrale, io sto sotto canestro: sarà difficile per gli avversari contenerci. Faremo sì che l'Italia e l'Australia siano orgogliosi di noi due".
Quindi, vuoi diventare la "Kathy Freeman" del basket?
"Ho ancora un sacco di strada da fare. Lei è stata la migliore al mondo nella sua specialità. Se mai riuscirò ad avvicinarmi ai suoi livelli sarà già un buon risultato. Comunque, lei per gli Aborigeni ha rappresentato qualcosa di davvero unico; spero di poter percorrere i suoi passi".
"Ho ancora un sacco di strada da fare. Lei è stata la migliore al mondo nella sua specialità. Se mai riuscirò ad avvicinarmi ai suoi livelli sarà già un buon risultato. Comunque, lei per gli Aborigeni ha rappresentato qualcosa di davvero unico; spero di poter percorrere i suoi passi".
Buona fortuna, "Aussie Shaq".
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