UTAH JAZZ(#23) Kosta Koufos (#44) Ante Tomic(#53) Tadija DragicevicI Jazz sono andati decisi sui lunghi europei, anche se Koufos, greco, è di formazione cestistica americana provenendo da Ohio State. Va subito detto che Tomic e Dragicevic sono due progetti a lunga scadenza, specialmente il primo, ala grande/centro che per conformazione fisica e tipologia di gioco ricorda abbastanza
Gregor Fucka. Dragicevic viene da una grande stagione europea, è più piccolo di statura rispetto a Tomic, ma ha maggior stazza. In ottica Nba potrebbe ricoprire un ruolo alla
Luis Scola, ma comunque sono discorsi che torneranno di attualità, forse, tra due anni. Quindi concentrandoci sulla scelta che entrerà nel roster, i Jazz hanno deciso di allungare la rotazione dei lunghi scegliendo il centro freshman dai Buckeyes. Boozer e Okur sono due solide realtà e pertanto inamovibili, Koufos con il suo gioco da lungo atipico, tiro dalla media, appoggi al tabellone ma anche possibilità di mettere palla per terra, cercherà di guadagnarsi minuti in una rotazione che comprende anche Milsap e Jason Collins. In ottica Nba il greco dovrà certamente
guadagnare qualche chilo di “armatura”, oltre a diventare molto
più cattivo nei pressi del ferro. I buoni fondamentali e la mani educate a sua disposizione lo portano troppo spesso a non aggredire il canestro, accontentandosi di movimenti morbidi, che in Ncaa possono anche bastare, ma al piano di sopra sono destinati a finire la loro corsa in terza fila. Considerando il roster a disposizione, reparto esterni abbastanza coperto con Williams, Korver, Brewer e Harpring, e le posizioni di scelta il draft dei Jazz non è stato male. Alla 23 Koufos è una scommessa che si può accettare, mentre Tomic e Dragicevic sono due scelte a rischio nullo essendo giunte nel tardo secondo giro.
DENVER NUGGETS(#39) Sonny WeemsCuriosa gestione del draft da parte dei Denver Nuggets, che prima hanno
ceduto la scelta numero 20, poi hanno rilevato i diritti sulla numero 39, Sonny Weems, atletone da Arkansas, giocatore che pianta
schiacciate da highlights ma in compenso ha poco tiro e scarsa abilità in palleggio. Grazie all’atletismo e a braccia molto lunghe ha buone caratteristiche come
difensore sulla palla (vedere i numeri per quel che riguarda le palle recuperate), ma in ottica Nba si fa fatica a inserirlo, specie in una squadra come Denver che ha a roster già Iverson, Anthony, Smith, Atkins e Carter. Ora come ora le attenzioni della società sembrano più incentrate sul risolvere i nodi legati alla permanenza in Colorado di Carmelo Anthony e alla gestione del roster attuale in vista della prossima stagione tuttavia resta un po’ incomprensibile la scelta di cedere il pick numero 20 dove si sarebbe potuto scegliere, per esempio,
Mario Chalmers, play protagonista della Kansas campione Ncaa, viste le necessità della squadra in quello spot. Non si tratterà magari del giocatore che rivolta i destini di una franchigia, ma senza dubbio avrebbe avuto più senso in ottica futura.
PORTLAND TRAIL BLAZERS(#11) Jerryd Bayless(#25) Nicolas BatumI Blazers nella notte del draft si sono scambiati le scelte con gli Indiana Pacers, a cui hanno mandato Brandon Rush, ricevendo in cambio il play freshman da Arizona
Jerryd Bayless. Scelta fatta con buone ragioni da parte di una dirigenza che ha allestito un’ottima squadra, con un potenziale quasi illimitato, che recupererà
Greg Oden, affiancandogli due elementi reduci da grandi stagioni come Aldridge e Roy. La squadra è solida in ogni reparto e gli unici dubbi rimanevano giusto nello spot di play, dove l’anno scorso si giostravano il posto Jack, Blake e Sergio Rodriguez. L’arrivo di Bayless dovrebbe colmare queste lacune. Il ragazzo è un talento sopraffino, con un atletismo pazzesco, grandi doti di realizzatore e notevole capacità nel passare la palla. Può segnare in traffico grazie ai suoi già citati mezzi atletici e a buona forza nella parte superiore del corpo, ma anche arrestarsi su una moneta da un centesimo e punire col jump shot. I dubbi sono sulle sue tendenze generali, che somigliano più a quelle di una guardia che a quelle di un play. Vedendolo giocare l’idea è che nella sua testa ci sia prima l’idea di mettere la sfera nel cesto e poi, eventualmente, di mettere in ritmo i compagni. Questo sarà un punto su cui il coaching staff dei Blazers dovrà lavorare con molta attenzione.
Roy e Aldridge quest’anno richiederanno la maggior parte dei palloni e l’ex Arizona, che talvolta soffre di preoccupanti cali di intensità nel corso della partita, dovrà necessariamente assecondarli. La seconda acquisizione è stata il francese
Nicolas Batum, che nei primi mock draft era pronosticato in altissimo, salvo poi perdere in considerazione e scendere alla 25. Ala piccola di grandi doti atletiche, notevoli istinti offensivi sia vicino a canestro che dalla distanza, è reduce da una annata ritenuta al di sotto delle proprie possibilità nel Le Mans. Attualmente è ancora due anni distanti dal poter contribuire davvero in Nba e pertanto Portland lo lascerà ancora un po’ nel vecchio continente. Ma alla 25 potrebbe essere stato un buon colpo. Per finire, anche se non attraverso il draft, la squadra dell’Oregon si è assicurata i servizi di
Rudy Fernandez (guardia/ala classe 1985), signor giocatore dalla Joventut Badalona. Stare molto attenti al suo impatto, potrebbe essere una delle sorprese dell’anno.
OKLAHOMA CITY SONICS(#4) Russell Westbrook(#24) Serge Ibaka(#29) DJ White (#50) Devon HardinL’ultima operazione gestita dai Sonics di Seattle prima di trasferire baracca e burattini a Oklahoma City è stata la gestione del draft, che ha portato alla corte di Kevin Durant 4 rookies. Nonostante abbiano cercato di scendere di qualche posizione negli ultimi istanti prima della scelta, i gialloverdi hanno comunque chiamato alla numero 4 il sophomore da UCLA
Russell Westbrook. Guardia, che nei progetti deve cercare di diventare playmaker, di atletismo infinito dotato di una grande apertura di braccia che gli consentirà di entrare nella Lega spendendosi inizialmente come ottimo difensore sulla palla. Trattamento di palla e tiro sono i primi due fondamentali per cui passare ore e ore di
lavoro in palestra. Unito agli altri due giovani, Durant e Green, può essere un’ottima assicurazione per il futuro. Alla 24 è arrivato un altro lungo d’ebano che ha richiamato alla memoria i vari Sene e Petro.
Serge Ibaka viene dalle minors iberiche e fisicamente lascia davvero a bocca aperta. 208 centimetri, smilzo, poco più di 100 kg, è dotato di un
atletismo nettamente superiore alla media per un giocatore della sua stazza. Finora ha basato il suo gioco sulla presenza a centro area, convertendo a canestro tiri dalla cortissima distanza, pur mostrando di poter estendere il suo raggio di tiro, occasionalmente, anche fuori dall’arco dei tre punti. Viene definito come un gran lavoratore, e di lavoro ne avrà bisogno. I
movimenti vicino a canestro sono tutti da costruire, anche se la base c’è, così come il fisico. Difficile immaginarlo in campo con regolarità prima di 2 anni. Chi invece potrebbe sfruttare l’esperienza maturata in 4 anni di college a Indiana è
DJ White, arrivato in uno scambio con i Detroit Pistons. Trattasi di un 4 sottodimensionato, poco più di 2 metri, ma dotato di stazza. Al college si è guadagnato da vivere con il gioco in pitturato, sfruttando i chili a disposizione e avversari di livello decisamente inferiore rispetto a quelli che dovrà fronteggiare da novembre in poi. Può comunque guadagnarsi da vivere in un contesto Nba specie in una squadra come i Sonics che al momento sotto canestro non hanno grandi certezze e certamente gli offriranno la sua chance. Occhio agli infortuni, ha avuto grossi problemi fisici in passato. Per finire, con la chiamata numero 50, è arrivato
DeVon Hardin, lungo dai Cal Bears. Giocatore che per struttura fisica e attitudini ricorda molto Ibaka. Anche lui lungo, 2.09, e smilzo è ottimo atleta e vive di schiacciate e appoggi nei pressi del ferro. Anche perché la mano dalla distanza è piuttosto quadrata e ai liberi siamo al 40%. Per avere un futuro nella Lega deve assolutamente sviluppare qualche movimento nei pressi del canestro e cercare di diventare per lo meno dignitoso dai 3-4 metri. In definitiva, la scelta di Westbrook può essere un buon colpo, specie se riuscirà a sviluppare determinati aspetti del suo gioco, mentre per il resto si è cercato di mettere carne al fuoco per cercare di trovare qualcosa di buono sotto canestro, ma non sembrano essere queste le scelte che porteranno una svolta a breve termine.
MINNESOTA TIMBERWOLVES(#5) Kevin Love(#31) Nikola PekovicKevin McHale ha voluto portare a Minneapolis a tutti i costi
Kevin Love, lungo freshman da UCLA, scambiandolo con la scelta originaria,
OJ Mayo, che forse avrebbe fatto più comodo ai Wolves, visto che un lungo affidabile in casa c’è già e si chiama
Al Jefferson, mentre al capitolo play/guardie la confusione è parecchia. Se non altro insieme a Love è arrivato anche
Mike Miller che assicura alla causa pericolosità offensiva e buone dosi di punti. L’ex Bruins, dunque, andrà a formare sotto canestro una coppia dall’avvenire assicurato assieme a Jefferson, anche se qualche perplessità sulla convivenza dei due è legittima. Love ha un gioco molto simile a quello dell’ex Celtics, sfruttando molto i movimenti tecnici anche per via di una taglia fisica un po’ penalizzante. Senza dubbio verrà molto utile il buon tiro dalla distanza di cui dispone, che costringerà le difese avversarie ad aprirsi. A livello collegiale era una minaccia vera anche dai tre punti, vedremo se riuscirà ad esserlo anche con la distanza Nba. I dubbi, come già detto, riguardano la sua
taglia fisica e lo scarso atletismo. Il talento comunque è smisurato e la mani sono oltremodo morbide, la sensazione è che possa comunque diventare un solido giocatore e avere impatto per una squadra che deve ricostruire tutto dalle macerie della passata stagione. Con la prima scelta del secondo giro è stato preso
Nikola Pekovic, dal Partizan Belgrado. Trattasi di un centro vero. Ha sia l’altezza, 2.10, che la stazza, 110 kg, ama giocare spalle a canestro dove possiede buoni movimenti, può riempire le corsie in contropiede e guadagna parecchi tiri liberi. In ottica Nba è carente per quel che riguarda il tiro da fuori, praticamente inesistente, oltre al classico discorso che si fa un po’ per tutti i lunghi, per cui deve aggiungere 7/8 chili di muscoli. Sulla carta non è una brutta scelta, tutto sta nel vedere come riuscirà ad adattarsi al gioco americano. Ora i Wolves devono cercare un equilibrio di squadra, cominciando dal costruire attorno ai due perni, Jefferson e Miller, inserendo Love, sperando che i pregi del ragazzo siano sufficienti e compensare i difetti che inevitabilmente si faranno sentire.
Nicolò Fiumi
Nessun commento:
Posta un commento