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Anthony Randolph |
(#14) Anthony Randolph
(#49) Richard Hendrix
Persi Azubuike ed O'Bryant la scelta di Randolph potrebbe tornare anche molto utile. Le potenzialità del giocatore in se non di discutono, dal momento che un giocatori di 2,11 cm che corre salta, difende e che fa dell'agilità (ottima velocità di piedi) unita ad potenza fisica non indifferente che sa sfruttare in maniera egregia anche nella lotta a rimbalzo, le sue armi di forza, farebbe gola a chiunque specie per la sua versatilità nel ruolo di small forward. L'unico neo potrebbe essere rappresentato dal modo di vedere e dal rapporto di coach Don Nelson con i nuovi arrivati in questa Lega, oltre al fatto di poter essere considerato una sorta di via a metà tra le due posizioni di ala.
Area di competenza all'interno del roster del team della Baia praticamente la stessa anche per Hendrix. A differenza di Antohny Randolph, Hendrix è una power forward di ruolo, un giocatore da mettere all'interno dell'area e su cui investire nella lotta a rimbalzo con discrete potenzialità anche nell'intimidazione in termini di stoppate. Una via di mezzo tra Paul Millsap (quella buona) e Sam Clancy (quella cattiva).
LOS ANGELES CLIPPERS
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Eric Gordon |
(#35) DeAndre Jordan
(#55) Mike Taylor
La priorità era ormai nota a tutti. Il vuoto che i losangelini avevano la necessità di colmare era quello presente sugli esterni con la speranza di poter ricoprire con una guardia o quanto meno un giocatore capace di giocare tra il ruolo di point guard e shooting guard senza troppi problemi. Il Draft e le scelte delle altri squadre hanno permesso ai Clippers di potersi accaparrare un giocatore che con un po' di tempo a propria disposizione potrà anche ricoprire tutte e due le posizioni senza nessun problema. Per il momento la vena realizzativa mostrata ad Indiana è quella che ha avuto la meglio (20 i punti di media) rispetto a quella di organizzatore di gioco e di dispensatore di assist (2,4). Valori, quest'ultimi espressi anche nelle uniche due partite che Gordon ha giocato nella kermesse della città delle luci e del gioco d'azzardo. Ma alla fine poco importerà, visto che almeno per questa stagione in cabina di regia l'ex Indiana ci finirà solo ed esclusivamente per dare qualche minuto di riposo al neo 'Barone' di Los Angeles Baron Davis. Scelto in fondo al secondo giro quello di Mike Taylor potrebbe anche essere un destino veloce in terra californiana e dovuto specialmente al ruolo che ricopre. La maggiore propensione al ruolo di playmaker potrebbe far pensare ad un ruolo, anche se minimo, di back up di Davis, ma come detto in quel ruolo l'idea sarà quella di sfruttare il talento di Gordon, mentre per quanto riguarda il ruolo di shooting guard, beh l'abbondanza in maglia Clippers in questo settore non depone certo a proprio favore. Un destino che invece in un modo o nell'altro potrebbe sorridere all'ultima, e non per ordine cronologico e di importanza, delle scelte dei cuginetti dei Lakers: DeAndre Jordan. Marcus Camby e Chris Kaman i nomi degli intoccabili nella lista di coach Dunleavy, mentre al momento il nome dell'ex bianconero sponda Caserta Josh Powell l'unica vera alternativa per quanto riguarda lo spot di centro. Non un colosso di Rodi, per intenderci, ma l'ex talento di Texas A&M potrebbe essere l'alternativa diretta (con possibilità di esplosione simili a quelle di un altro giocatore visto a Los Angles ma sponda Lakers Andrew Bynum) al neo arrivato dai Denver Nuggets Marcus Camby.
PHOENIX SUNS
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Robin Lopez |
(#49) Goran Dragiæ
Una doppia scelta che a qualcuno potrebbe anche non rappresentare niente di particolare, ma che alla fine della stagione potrebbe anche risultare azzeccata, specie per il tipo di squadra che sono i Suns. Un lungo ed un esterno che potrebbero avere la loro classica possibilità anche in una squadra di vertice. Due scelte mirate, dunque e dirette a completare reparti di certo non sprovvisti di giocatori e di talento, ma che necessitano quanto meno di 'carne fresca'. Insomma una sorta di investimenti per il futuro o se vogliamo una ventata d'aria fresca nel tentativo di ringiovanire il roster. Robin Lopez, gemello meno talentuoso del Lopez finito ai New jersey Nets, quello che con ogni probabilità potrà avere più spazio o quanto meno più possibilità di vedere il campo anche se per scampoli di partite. L'altezza, l'agilità, un'ottima propensione al passaggio, una morbida lontano da canestro e la capacità di correre per il campo anche in contropiede, sono qualità importanti per una squadra che ha in Amare Stoudemire e forse a breve Matt Barnes i pochi lunghi nel vero senso della parola a sapere muoversi con velocità sui ventotto metri di campo.
Rapporto scelta draft-valore assoluto del giocatore non certo da 49 scelta per Goran Dragiæ. Il talento sloveno, però, non sarà nel roster dei Suns, almeno per questa stagione, visto che il play di proprietà del Tau, dopo la corte asfissiante del team dell'Arizona, ha deciso che era meglio giocare un altro anno in Europa prima di intraprendere la strada statunitense.
SACRAMENTO KINGS
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Jason Thompson |
(#42) Sean Singletary
(#43) Patrick Ewing Jr.
Si poteva fare di meglio. Si poteva evitare forse di prendere giocatori che sono nient'altro che doppioni di quelli che già coach Reggie Theus si ritrova in squadra in tutte e tre le posizioni. Partendo da quella che è stata la scelta più alta Jason Thompson e forse anche il giocatore con maggiore talento da poter sfruttare anche nell'immediato, fino ad arrivare al figlio d'arte Patrick Ewing Junior. Brad Miller, Mikki Moore, Shleden Williams, Spencer Hawes per quel che riguarda la posizione di centro, Ron Artest, Kenny Thomas e Shariff-Abdul Rahim per quella di power forward (queste le due posizioni in cui l'ex Rider potrebbe oscillare ndr). Se per l'ex talento di Rider il discorso Nba e Kings può definirsi in salita usare la stessa definizione per gli altri due è un vero e proprio eufemismo. Due giocatori che difficilmente troveranno spazio nelle rotazioni e nel roster californiano, almeno per il momento e per quest'anno.
LOS ANGELES LAKERS
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Joe Crawford |
Poco da dire cosi come molto probabilmente poco cambierà in un roster che non farà un salto di qualità enorme con l'arrivo dell'esterno da Kentucky. Una scelta dettata da quelli che potrebbero essere eventuali buchi da coprire sul settore degli esterni o magari lanciare un altro giocatore prelevato dall'anonimato e lanciato nella mischia e fatto diventare una sorta di specialista. I numeri di dell'ex Wildcat nella Summer League di Las Vegas (11,3 di media) non sono stati per nulla male cosi come quelli messi assieme nella propria carriera universitaria, dimostrando appunto che un posto in quelle rotazione potrebbe sempre uscirci.
Domenico Pezzella
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